La scomparsa di “Binuccio” Trani, l’ultimo ultracentenario di Sperlonga

30-10-2015

Celestino Leone Trani, meglio conosciuto con il nomignolo di Binuccio, ha concluso il suo viaggio terreno nel pomeriggio del 29 dicembre.

Nato da Giuseppe e da Cherubina Nanni, venne al mondo nel lontano 31 luglio del 1914.

La mamma nel darlo alla luce morì per i postumi del parto. Da allora per tutti fu Binuccio, nomignolo affettuoso riferito alla sua genitrice.

Le notizie araldiche fanno risalire la presenza della sua casata a Sperlonga agli inizi del 1800, quando Antonio Trani, nato in Roma, vi si trasferì prendendo moglie. In successione, nei decenni a seguire, nacquero Lorenzo, Giacomo e il 15 dicembre del 1877 Giuseppe, padre di Binuccio, di Giovanni, insegnante elementare, che ha formato generazioni di alunni, morto alla venerabile età di novantasei anni, e di don Francesco, sacerdote, che Sperlonga ha dato alla Chiesa Gaetana, morto a soli ventiquattro anni.

Binuccio, vedovo da tempo di Ida Bellan, originaria di Vercelli, dove tuttora vive una sorella e numerosi discendenti di Antonio Bellan e Vittoria Passarella, ha avuto sei figli, che gli sono stati accanto nel momento del trapasso, munito dei conforti religiosi portati da don Gaetano Manzo. Negli ultimi anni, impossibilitato a uscire il parroco si recava spesso a trovarlo per portargli il conforto dei sacramenti. Don Gaetano a sorpresa accompagnò nel 2015 Mons. Fabio Bernardo D’Onorio presso la sua abitazione, in occasione della visita che l’Arcivescovo fece alla comunità di Sperlonga. Un gesto che apprezzò molto, ricordando ai famigliari presenti la scomparsa in giovane età del fratello sacerdote, con commozione.

Una lunga vita quella di Binuccio, caratterizzata da vicissitudini, specie nel periodo bellico, che lo vide combattente su vari fronti, invalido di guerra e decorato. Dal carattere mite, da tutti apprezzato per il suo cordiale modo di rapportarsi con il prossimo aveva passione per la caccia, condivisa per molti anni con gli amici dei paesi vicini. Amava la buona musica suonava il mandolino con perizia, allietando le serate presso il Centro anziani della “Sua” Sperlonga, cui era particolarmente legato, sia per le tradizioni sia per la cultura e la bellezza dei luoghi; non nascondeva, però, un certo malcontento per il turismo casereccio che, nel tempo, si era impadronito della “Perla del Tirreno”.

Ho voluto ricordare così Binuccio Trani, mio suocero. Sono stato, oltre cinquanta anni fa, il primo estraneo ad entrare in quella che ho sempre considerato una famiglia onorata e timorata di Dio, sentimento condiviso dai generi e nuore che sono parte della sua lunga storia familiare.

Così come lo ricorderanno con affetto i figli Anna, Peppino, Bina, Checchino, Luciana e Antonella, i nipoti e pronipoti, quando questi ultimi sentiranno parlare del loro avo, tra i più longevi della storia di Sperlonga.

Ho raccontato di lui e di alcune notizie della sua casata, sì provenienti da Roma, ma i cui avi, secondo ricerche storiche e di araldica, che parlano anche di uno stemma, giunsero dalla Germania intorno al 1200, e si stabilirono a Trani di Puglia, città da cui prese il nome.

Pino Pecchia

About The Author

Related posts

Leave a Reply