Gli italiani e la calvizie, un fenomeno che spesso si trasforma in problema

calvizie_stress_crisi_aumento

La perdita dei capelli è una delle maggiori preoccupazioni dell’uomo italiano, primo segnale di invecchiamento. Eppure è un problema molto diffuso, non solo nello Stivale.

Che gli italiani, anche gli uomini, siano particolarmente attenti al look e all’immagine non è solo un luogo comune: spulciando tra le statistiche relative al numero di interventi di chirurgia estetica effettuati all’anno, si scopre infatti che il Belpaese occupa la sesta posizione al mondo e prima a livello europeo, piazzandosi sì dopo nazioni decisamente più popolose (come Stati Uniti, Brasile e Cina) ma superando rivali continentali come Francia, Spagna, Regno Unito e Germania. E uno degli interventi più richiesti è proprio quello che tenta di correggere e arrestare la caduta dei capelli.

Problematica diffusa. Secondo alcune recenti indagini, la calvizie è un fenomeno in continua diffusione, e nella sola Europa affligge ben 30 milioni di persone. Il primo effetto “maschile” della caduta dei capelli è di tipo psicologico, tant’è vero che la principale conseguenza temuta da 3 europei su 4 riguarda la diminuzione della propria capacità di attrazione. Per i nostri connazionali, poi, questo timore rischia di trasformarsi in vero e proprio problema, con effetti sociali e affettivi anche gravi, perché vissuto come un “dramma estetico” anche peggiore rispetto alle rughe sul viso, ai segni dell’invecchiamento sulla pelle o all’aumento del grasso corporeo.

Il ventaglio di soluzioni. Ancora una volta, i numeri parlano chiaro: quasi quattro italiani su dieci hanno sperimentato almeno una strada per tentare di risolvere le proprie difficoltà di calvizie, contro una media europea che si ferma  a tre su dieci. In generale, la lotta contro la calvizie impegna ogni un italiano su tre, perché riguarda il “dettaglio” più importante dell’aspetto esteriore. Sono dunque 18 milioni i nostri connazionali afflitti da diradamento e perdita di capelli, e 8 quelli che sono vittime della principale patologia, la alopecia androgenetica, che colpisce anche oltre 5 milioni di donne. La prima soluzione scelta in questi casi è l’autotrapianto, che però inizia a scontare alcuni aspetti negativi.

Imprevedibilità chirurgica. Oltre infatti all’elevato costo, l’intervento chirurgico mette di fronte comunque a una serie non trascurabile di “effetti collaterali”, che ovviamente sono limitati e citati per completezza, ma che comunque non possono essere esclusi a priori. Si va da “semplici” questioni estetiche (come la gestione delle aree soggette a naturale invecchiamento, come le tempie e l’attaccatura, per evitare look bizzarri col passare del tempo) a vere e proprie complicanze come necrosi, infezioni, cicatrici indesiderate eccetera. Ecco perché si sta facendo largo un’innovazione che segue una strada che dice addio alla chirurgia.

Il metodo nuovo. Quello che attualmente rappresenta l’approccio più completo e con i migliori margini di successo si chiama Protocollo di Rigenerazione Cellulare bSBS ed è stato messo a punto dai laboratori di Hairclinic, da anni impegnati a trovare nuove soluzioni ai problemi di calvizie. Si parte da un assunto: su di una testa calva o che presenta diradazioni c’è lo stesso numero di cellule staminali presenti su di una testa con chioma folta. Grazie alla ricerca e agli studi effettuati, è stato elaborato un sistema che consente di “risvegliare” le cellule staminali, senza ricorso alla chirurgia, e di promuovere la ricrescita dei follicoli sani.

Il funzionamento in breve. Per approfondire il metodo e conoscerne tutti i dettagli si rimanda al sito di Hairclinic: intanto, per sintetizzare, possiamo dire che il protocollo di Medicina Rigenerativa promuove una forte rigenerazione delle cellule, rallentandone l’invecchiamento e regolarizzando in modo progressivo il ciclo di vita del follicolo. Inoltre, è una terapia non invasiva, bensì rapida e indolore, che si può eseguire senza limiti di età e anche in gravidanza; il trattamento infatti si compie nel giro di una seduta singola che dura all’incirca due ore e mezza, eseguito in una sala operata sterile e sicura,  e soprattutto non lascia alcun segno e consente di riprendere immediatamente la propria vita e routine quotidiana.

About The Author

Related posts

Leave a Reply