Convegno e spettacolo su Giulia Gonzaga

jucundus cantus_comp

Domenica 15 Dicembre p.v. la Divina Giulia Gonzaga ritornerà a vivere nella suggestiva Sala Grande del Palazzo Caetani in occasione dell’anniversario dei 500 anni dalla nascita della Contessa di Fondi.

Alle ore 18.30 l’Associazione culturale “Jucundus Cantus – Ensemble vocale strumentale di musica rinascimentale e barocca”, con il patrocinio del Comune di Fondi, presenta Fatima Scialdone in “Julia… d’alma e d’amoroso foco – La Divina Giulia Gonzaga”, spettacolo in prosa e musica di Fernando Pannullo, da un’idea di Fatima Scialdone, regista e attrice protagonista, con Luca Nocella nelle vesti di Petrillo, mentre Anna D’Acunto sarà la voce recitante e curerà la direzione artistica. L’accompagnamento musicale è a cura di Annamaria Gentile (Viola da Gamba), Olena Kurkina (Tiorba) e del soprano Federica Carducci.

«La “divina”, “bellissima”, “adorabile”, “vergine impenitente” Giulia Gonzaga – afferma l’autore dello spettacolo Fernando Pannullo – esaltata da poeti e scrittori, oltre che effigiata in diversi quadri, di cui solo quello di Sebastiano del Piombo è stato dipinto dal vivo, è una donna di 39 anni, stanca e “flematica” per gli acciacchi, che non riesce a trovar pace e a mettere ordine nelle sue cose. “Julia… d’alma e d’amoroso foco” rivive passioni, delusioni, liti, ricordi tormentosi nel chiostro del convento, in una notte senza stelle, foriera di tempesta, calda da mozzare il fiato».

L’interpretazione di alto profilo artistico della nota attrice e cantante Fatima Scialdone, accompagnata dall’attore Luca Nocella, dalla trascinante voce narrante di Anna D’Acunto, dalle note musicali di Annamaria Gentile e Olena Kurkina e dalla suprema voce del soprano Federica Carducci, guiderà gli spettatori indietro nel tempo, in un avventuroso viaggio in piena epoca rinascimentale. Oltre alla particolare ambientazione nel Castello Caetani, a rendere ancora più coinvolgente ed emozionante la pièce teatrale in scena a Fondi sarà l’utilizzo di abiti e strumenti musicali cinquecenteschi: un vero e proprio tocco di stile e d’arte che caratterizza le perfomance dell’Associazione culturale Jucundus Cantus Ensemble.

La rappresentazione sarà preceduta alle ore 17.45 da una tavola rotonda – che avrà luogo sempre nella Sala Grande del Palazzo Caetani – sulla figura affascinante e controversa della Duchessa di Traetto e di Fondi, alla quale prenderanno parte il Prof. Rino Caputo, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “Tor Vergata”; il Prof. Antonio di Fazio, docente, saggista ed esperto di storia locale; la Prof.ssa Maria Teresa Guerra Medici, docente di Storia del Diritto italiano presso l’Università “Sapienza” di Roma. I temi trattati spazieranno dalla “Corte di Fondi di Giulia Gonzaga” al “Dialogo tra Giulia e Valdes” analizzato negli scritti di Benedetto Croce fino agli “Appunti di storia e storiografia” sulla vita di Giulia Gonzaga.

Sposata ad appena 13 anni a Vespasiano Colonna, Giulia ne rimase vedova tre anni dopo. Stabilitasi a Fondi, diede vita ad una piccola corte che sul modello delle numerose corti padane divenne un centro di letterati ed artisti. La giovane contessa, che rifiutò sempre nuove nozze perché legata al testamento del marito che le concedeva il comando del Regno solo se avesse rispettato lo stato vedovile perenne,  divenne una sorta di mito nell’Italia del Cinquecento dove si favoleggiava della sua bellezza, cultura, castità e coraggio. Non ha lasciato scritti, a parte le numerose lettere, ma è stata oggetto e destinataria di madrigali e poesie da parte dei letterati del suo tempo, con i quali fu in contatto, primo su tutti Ludovico Ariosto che ne cantò la bellezza nell’Orlando Furioso. Fu anche soggetto di ritratti richiesti e celebrati in tutta Europa. I venti di Riforma, che erano giunti anche in Italia, furono avvertiti da alcune personalità eminenti fra cui proprio Giulia Gonzaga. La presenza più importante nella sua vita fu quella di Juan Valdés che a lei dedicò l’Alfabeto cristiano, e che la contessa fece pubblicare dopo la morte del riformatore. Papa Pio V proclamò che se la avesse conosciuta da viva “l’avrebbe fatta abbrusciare”.

Comunicato Stampa

About The Author

Related posts

Leave a Reply