FONDI, Rinnovata la cassa integrazione per i dipendenti del Sant’Anastasia. Ma a quando una soluzione definitiva?

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Nuovamente prorogata la cassa integrazione per i dipendenti del campeggio Sant’Anastasia, senza occupazione da Aprile 2011 in seguito al sequestro delle struttura per abusivismo edilizio. Una garanzia, seppur piccola, di stabilità?

“Assume un valore importante, mettendo ancora in sicurezza i lavoratori improvvisamente rimasti senza lavoro dopo l’apposizione dei sigilli”, dichiara Gianfranco Cartisano segretario della Uiltucs di Latina.

Risulta, quasi sia stata pensata, la risposta perfetta ad un operaio del campeggio che a novembre 2013 mi disse: “E quando finirà la cassa integrazione? Che faremo?”.

Tuttavia, la ‘vittoria’ ha un sapore amaro. Il senso di stabilità è solo un’illusione. Una tazza di veleno allungata con acqua e miele.

Anche questa cassa integrazione scadrà. Cosa accadrà allora? “Che faremo?”, torneranno a chiedersi gli operai senza lavoro.

Il 18 gennaio 2014 (quasi 10 giorni fa) è stata siglata la bozza d’accordo del rinnovo del CCNL Turismo, scaduto il 30 aprile 2013.

“L’accordo – commenta Bernabò Bocca, presidente della Federalberghi – tra Federalberghi, Faita-Federcamping e le organizzazioni sindacali di categoria affronta le problematiche di un settore in grande affanno”.

“Aver siglato il rinnovo dopo 15 mesi di trattative  rappresenta un atto di grande responsabilità delle imprese che, pur a fronte di una situazione di crisi prolungata, hanno inteso dare ai lavoratori ed alle loro famiglie un segnale di speranza per il futuro.

“L’accordo si apre con un invito rivolto al Governo affinché vengano tempestivamente adottate politiche per il rilancio del settore”.

Alla luce di queste dichiarazioni, sorge spontaneo chiedersi perché, in un momento di crisi non solo per il settore ma anche e soprattutto per i lavoratori e le famiglie, non si cerchino soluzioni concrete che risolvano una volta per tutte la situazione del campeggio Sant’Anastasia.

Per quanto tempo ancora gli operai e le loro famiglie dovranno continuare a vivere nell’incertezza e nella paura?

Non chiedono miracoli né magie. Chiedono solo di tornare a lavorare.

“Essere a carico dello Stato mi da fastidio. Io voglio lavorare!”.

 

Rocco A. Mattei

 

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