Domenica 11 maggio a palazzo Caetani si è tenuto il concerto dell’Orchestra da Camera “Città di Fondi”, che ha visto esibirsi come solisti al pianoforte Alessandro Bianchi, Cecilia Facchini ed Axel Trolese, sotto la guida del direttore d’orchestra Gabriele Pezone.
La valorizzazione di questo itinerario rappresenta infatti la volontà di favorire la riscoperta di un percorso che coniuga storia, religiosità e ambiente e in cui il viandante si trova ad ammirare e confrontarsi con un insieme di elementi che nei secoli hanno contribuito a forgiare la base culturale, artistica, economica e politica dell’Europa moderna, come attesta il riconoscimento che lo stesso Consiglio d’Europa ha attribuito a tutte le Vie Francigene.
Questo itinerario, con i suoi monumenti, tesori d’arte e santuari, ospizi, abbazie, oratori, dove i pellegrini potevano trovare ristoro alle fatiche del viaggio, fece sì che queste strade, oltre alla funzione di vie di comunicazione tra il Regno Pontificio e il Regno di Napoli, ne acquisissero un’altra meno percettibile ma forse più importante: costituire un eccezionale passaggio di segni, emblemi, culture e linguaggi dell’Occidente cristiano, favorendo il contatto e la comunicazione delle diverse culture europee tra loro e influenzando profondamente anche i luoghi che attraversavano.
La promozione e il recupero di questo percorso, dunque, può contribuire a restituire a queste vie ormai dimenticate la loro originaria funzione di scambio, rendendo di nuovo vitale quello straordinario ruolo di passaggio di segni, culture e linguaggi che rivestì tale percorso nella sua storia. Si può pensare addirittura ad un’attualizzazione di un tale itinerario del passato, concependolo come tramite di passaggio di altri segni, culture e linguaggi estranei alla nostra mentalità occidentale, ad esempio, attraverso il confronto con l’ebraismo, di cui a Fondi, una delle località lungo il percorso, resta ancora conservato il quartiere abitato nel passato da una fiorente comunità ebraica, o con i «nuovi pellegrini della speranza» africani, asiatici che popolano le nostre strade, stavolta però alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore.
Inoltre chi volesse percorrere ancora oggi queste strade può ritrovare un mondo più “umano” fatto di convivialità e socialità, solitudine e silenzio, fatica e riposo, natura e storia, bellezza e interiorità, avendo la preziosa opportunità di riscoprire se stessi e le proprie radici ai più, forse, sconosciute.