A Roma in mostra Giorgione e i suoi labirinti del cuore

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C’è tempo fino a metà settembre per visitare la bella mostra che Roma dedica a Giorgione. Le tele, esposte dallo scorso giugno, si articolano lungo un percorso molto particolare che ruota intorno al capolavoro I due amici e coinvolge ben due sedi museali.

A spasso per i labirinti del cuore

“Labirinti del cuore. Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma”, è questo il titolo della mostra che ha aperto i battenti lo scorso 24 giugno e che chiuderà il prossimo 17 settembre. Tutto ruota intorno a uno dei capolavori di Giorgione, maestro di Castelfranco: I due amici, una tela che segna un punto di rottura con la ritrattistica tradizionale e apre una nuova era per la pittura del Cinquecento. In questo nuovo modo di ritrarre le persone, a differenza di quanto accadeva con i pittori veneti che lo hanno preceduto, Giorgione mette in evidenza e fa trasparire sul volto degli amici lo stato d’animo e l’espressione dei sentimenti d’amore.

In una tela il ritratto di un’epoca

Non solo sentimenti. Nel ritratto del maestro di Castelfranco, infatti, emergono anche i dettagli di un’epoca e di una classe sociale. Sulla tela prende forma un vero e proprio clima culturale, quello della gioventù patrizia veneziana impressa su tela proprio nel momento “edonistico” di massima espansione politica, alla vigilia del radicale ridimensionamento a cui sarà costretta la Serenissima.

Da Venezia a Roma, sulle tracce dell’artista

Pur riflettendo i caratteri tipici della vita della Serenissima, conservato nelle collezioni di Palazzo Venezia, il quadro arriva a Roma, seguendo il suo autore, all’inizio del Seicento. Un asse che unisce Venezia e Roma e che ruota intorno alla figura del possibile committente dell’opera di Giorgione: il cardinale Domenico Grimani, che, insieme con il Papa Paolo II Barbo, rappresenta uno dei personaggi chiave dei rapporti politici, diplomatici e culturali tra i due stati tra la fine del Quattrocento e le prime due decadi del Cinquecento.

Da Venezia a Roma, un viaggio in treno inseguendo Giorgione

E quale migliore occasione per ripercorrere il viaggio dell’artista e maestro di Castelfranco di una mostra in suo onore? Con un comodo treno ad Alta Velocità, infatti, è possibile raggiungere Roma anche da Venezia in poche ore.

Con pochi click è possibile scegliere l’opzione di viaggio più comoda ed economica e modellarla anche in funzione del proprio budget.

A spasso per Roma alla ricerca dei sentimenti

La mostra di Giorgione si snoda proprio come un vero e proprio labirinto (del cuore) tra le strade della città. Con un unico biglietto è possibile visitare i due filoni, situati in due diversi musei, che compongono l’unicuum dedicato all’artista. La prima parte dell’esposizione, infatti, prende vita proprio nell’Appartamento Barbo. Qui si può assistere, attraverso l’arte di Giorgione, alle vicende storiche e alla novità rappresentata dai Due amici di Giorgione nelle vicende artistiche del primo ‘500. Seconda tappa, invece, a Castel Sant’Angelo. Negli Appartamenti papali si snoda la seconda parte della mostra che ci porta ad ammirare opere provenienti da importanti musei del mondo. Non solo Giorgione, è possibile infatti ammirare anche i capolavori di Tiziano, Tintoretto, Romanino, Moretto, Ludovico Carracci, Bronzino, Barocci e Bernardino Licinio. In tutte le opere è da notare il dispiegarsi dei sentimenti sui volti ritratti, come veri e propri labirinti.

Cosa sapere sulla mostra

Curatore dell’esposizione è Enrico Maria Dal Pozzolo, fra i massimi specialisti di pittura veneta fra l’età rinascimentale e barocca. A collaborare con lui è stato il comitato scientifico composto da Lina Bolzoni, Miguel Falomir, Silvia Gazzola, Augusto Gentili e Ottavia Niccoli. È possibile ammirare, complessivamente, 45 dipinti, 27 sculture, 36 libri a stampa e manoscritti, oltre a numerosi altri oggetti, stampe e disegni. A curare l’allestimento è stato lo studio De Lucchi. Il catalogo è edito da Arte’m. La mostra è promossa e organizzata dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, con la collaborazione di Civita Mostre.

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